Avremmo voluto chiamarlo col nome delle uve da cui deriva. Ma abbiamo scelto di lasciarlo libero e di presentarsi nudo e crudo in tutta la sua originaria bellezza.
Questo “vino senza doc” non è un nobile senza titolo, ma un nobile ribelle che di quel titolo non ha bisogno. È vero, porta un nome piuttosto lungo da ricordare: Mosto Parzialmente Fermentato Bianco. Ma vi garantiamo che altrettanto lungo (e durevole) è anche il piacere della sua degustazione. Aristocratico ed esclusivo, voluttuoso e intrepido, il nostro Mosto Parzialmente Fermentato Bianco, ottenuto seguendo le regole lasciate dai nostri antenati, non teme giudizi né pregiudizi e si erge nei calici con la consapevolezza di soddisfare anche i palati più severi e le aspettative più radicali. Il segreto? 100% uve Moscato. Non potrebbe essere altrimenti, se si vuole produrre un vino in grado di legare assieme la tradizione secolare delle nostre colline, la passione di chi le lavora e l’innovazione di coloro che hanno saputo (con successo) osare.
I vigneti, piantati nel lontano 1976, sono quelli di Bubbio – zona vocata per eccellenza – con terreni calcarei ed esposizione a mezzogiorno. Sì, mezzogiorno. Perché è proprio a sud che le nostre viti sono rivolte, verso quella parte del Mediterraneo che il vitigno Moscato ha visto nascere, prima che i romani lo scoprissero e lo diffondessero in tutto il territorio del loro immenso impero, trasformandolo in un nettare per grandi libagioni e indimenticabili convivi.
C’è chi lo definisce brioso. A noi, invece, piace qualificarlo come sconvolgente. Perché è tutto ciò che non ci si aspetta. È una continua sorpresa, uno stupore che si rinnova con la stessa intensità del primo assaggio. Per coloro ai quali interessa il lato tecnico, la vinificazione del Mosto Parzialmente Fermentato Bianco avviene con macerazione pellicolare di 15/20 ore in pressa pneumatica, al fine di ottenere una maggiore estrazione di aromi primari. La fermentazione a temperatura controllata di 15-17 °C, invece, si effettua con inoculo di lieviti selezionati. E dopo la filtrazione sterile, l’imbottigliamento. Per coloro che, invece, sono interessati al lato emozionale di questo vino, esso si presenta con un abito giallo paglierino brillante e dagli ammiccanti riflessi dorati. Lascia dietro di sé una scia di profumo fine e ammaliante, vivace e persistente, decisamente aromatico e con sentori che ricordano a tratti l’albicocca matura, la pera Kaiser e, dulcis in fundo, la salvia e il timo. Il suo sapore dolce, mai stucchevole e squisitamente armonico, è il risultato di un perfetto equilibrio fra acidità e zuccheri.
Con i suoi 5-5,5 % vol. (a seconda dell’annata) di certo non vi ubriacherete. Ma ne resterete stregati. Così irretiti da non riuscire neanche a immaginare di rimanerne senza. Soprattutto dopo averlo abbinato ai vostri dessert preferiti. Tutti, indistintamente. Anche se…con la pasticceria secca tipica piemontese il nostro Mosto Parzialmente Fermentato Bianco può davvero dare tutto il meglio di sé. Da servire a una temperatura di circa 10°. E ricordatevi: non è un vino da dimenticare in cantina. Raccomandazione pleonastica, quest’ultima. Potreste mai resistere di più?